Mattatoio n. 5 ovvero La crociata dei bambini

La mia Valutazione:

10/10

Le mie considerazioni

Era da tanto che volevo leggere questo romanzo, ed è stata una rivelazione. Non solo per la storia, ma per il modo in cui è raccontata: la scrittura, lo stile, l’ironia sottile e la profondità con cui Vonnegut parla della guerra e della vita. Tutto contribuisce a renderlo uno dei romanzi più belli che abbia letto finora.

Non è un romanzo autobiografico nel senso classico, e non è nemmeno pura fantascienza. È un romanzo profondamente antimilitarista, che mostra tutta l’assurdità della guerra e l’impreparazione di chi è costretto a combatterla.

Il sottotitolo del romanzo (“La crociata dei bambini”) si riferisce a un episodio realmente accaduto nel Medioevo, in cui gruppi di giovani, spinti da ideali ingenui e manipolati dagli adulti, partirono per liberare la Terra Santa e finirono invece sfruttati o uccisi. Vonnegut usa questa immagine come metafora della guerra: soldati giovanissimi mandati a combattere senza comprendere davvero il perché. L’autore scelse questo titolo per mantenere una promessa fatta alla moglie di un suo commilitone, che gli chiese di non glorificare la guerra nel suo libro. Chiamandola “crociata dei bambini”, Vonnegut sottolinea l’assurdità e l’innocenza perduta dei ragazzi coinvolti nei conflitti.

Il protagonista, Billy Pilgrim, non è un eroe: è un uomo qualunque, catapultato in situazioni più grandi di lui.

La particolarità del libro è che la vita di Billy non viene raccontata in ordine cronologico. Vonnegut ci porta avanti e indietro nel tempo, apparentemente in modo casuale, ma con un punto fermo: il bombardamento di Dresda del febbraio 1945, a cui lo stesso autore sopravvisse e che lo segnò per sempre.

Billy sembra osservare la propria vita da fuori. Subisce gli eventi, li attraversa, li accetta con una sorta di distacco rassegnato. Eppure, proprio in questa distanza, c’è tutta la sua lucidità nel comprendere la follia della guerra.

Ad un certo punto del racconto succede qualcosa di totalmente surreale: Billy viene rapito dagli alieni e portato sul pianeta Tralfamadore. Gli abitanti di quel mondo, oltre a non comprendere il motivo per cui gli umani si facciano la guerra,  percepiscono il tempo in modo diverso: vedono ogni momento della loro vita contemporaneamente, dall’inizio alla fine. Non esiste passato o futuro, solo un eterno presente. È un’idea che cambia per sempre anche Billy, e il romanzo stesso sembra assorbire questa concezione: non ci sono sequenze lineari, ma frammenti, salti, lampi di esistenza.

Eppure, leggere Mattatoio n. 5 non è mai confuso o faticoso. Anzi, è incredibilmente stimolante. Mi capita spesso di perdere il filo con autori che usano salti temporali, ma con Vonnegut no: ogni passaggio sembra perfettamente al suo posto, anche quando non lo è.

Scritto nel 1969, il romanzo è un  miracolo di stile, ironia e umanità. Dentro c’è tutto: la guerra, la memoria, il destino, il caso, la satira, la fantascienza e la critica sociale. È un libro che ti fa pensare, ma anche sorridere amaramente.

Ricorre spesso una frase semplice, disarmante: “Così va la vita” (“So it goes”). Ogni volta che appare, di fronte alla morte, al dolore, alla tragedia, sembra ricordarci che la vita continua, nel bene e nel male.

Un romanzo surreale e potente, capace di far sorridere e riflettere nello stesso momento.
Lo consiglio a tutti, ma soprattutto oggi, in tempi in cui si parla di guerra con troppa leggerezza e poca memoria.

La trama

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