L’Ebrea errante

La mia Valutazione:

6.5/10

Le mie considerazioni

Dopo aver assistito a una lezione di Barbero sulla figura di Grazia Nasi, ho deciso di acquistare “Ebrea errante” di Edgarda Ferri, attratta dalla storia affascinante di questa donna ebrea vissuta nel Cinquecento. La vita di Grazia Nasi è un romanzo intriso di avventure, sofferenze e resilienza, che inizia nel 1536 con la morte del suo marito, il Gran Marrano, lasciandole in eredità una gigantesca fortuna e una vita segnata dall’incertezza.
Il libro ci guida attraverso il peregrinare di Grazia, una Marrana, termine dispregiativo per indicare gli ebrei convertiti, che si fa conoscere come Beatrice de Luna. Dalla perdita del marito, la sua vita diventa un susseguirsi di sfide: cercare di proteggere il suo patrimonio dall’Inquisizione, che si fa sempre più severa, e difendere la sua famiglia, in un contesto storico in cui migliaia di ebrei sono costretti a fuggire e nascondersi per sopravvivere.
Edgarda Ferri riesce a mettere in luce il grande potere di Grazia nel gestire affari e le sue relazioni con potenti monarchi, come il Re di Portogallo Giovanni III e Carlo V. La sua abilità nel prestare denaro senza interessi e la sua ricerca di rifugio a Venezia, poi a Ferrara, grazie alla Duchessa Renata, sono solo alcuni dei momenti salienti della narrazione. Tuttavia, con l’elezione di Papa Paolo IV, l’Inquisizione diventa spietata, costringendo Grazia a cercare sicurezza a Istanbul, dove vivrà protetta dal Sultano Solimano il Magnifico.
Un elemento centrale del romanzo è il desiderio di Grazia di creare una Terra di accoglienza per gli ebrei a Gerusalemme, un sogno perseguito dal nipote Giuseppe Nasi. La storia, ricca di dettagli e riferimenti storici, offre uno sguardo profondo sulla vita di una donna straordinaria che, nonostante il potere e la ricchezza, si sentiva sempre un’”ebrea errante”.
La narrazione è talvolta appesantita da eccessivi dettagli storici e documentari, che possono risultare pesanti e interrompere il flusso della storia.
“Ebrea errante” si distingue per il suo valore storico e religioso, sollevando interrogativi sulla contraddizione tra la predicazione della carità e misericordia da parte della Chiesa cattolica e la realtà delle stragi di innocenti perpetrate in nome della fede. Grazia Nasi è una figura che incarna la lotta per la libertà e la dignità, un simbolo di resistenza in un periodo di intolleranza e oppressione.
“L’Ebrea errante” è un libro che merita di essere letto per la sua capacità di farci riflettere su un capitolo cruciale della storia e sulla determinazione a resistere di una donna straordinaria. Un viaggio che ci invita a esplorare non solo la vita di Grazia Nasi, ma anche le complessità di un’epoca segnata da conflitti religiosi.

La trama

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