La Portalettere

La mia Valutazione:

9.5/10

Le mie considerazioni

Bellissimo romanzo! Un grande e meritato successo per una giovane scrittrice che ha preso spunto da un biglietto da visita della sua bisnonna Anna Allavena per raccontarne la storia. La protagonista è Anna, una donna che, attraversando diverse fasi della vita, si trova a fare i conti con un caleidoscopio di relazioni familiari,  amicizie e conoscenze.  Ogni incontro aggiunge una nuova sfumatura alla sua storia, mentre il passato e il presente si mescolano in un flusso continuo.

Anna si traferisce nel Salento negli anni Trenta del Novecento, è una maestra e arriva dal Nord, dalla Liguria. Arriva con il marito Carlo, originario del paese, e il figlioletto Roberto e da subito viene chiamata la “forestiera”. E’ forestiera non soltanto per la sua origine, ma per cosa dice, cosa pensa e cosa fa, è diversa da tutte le altre donne del paese  soprattutto perché lavora. Prende il posto del portalettere del paese e questa cosa provoca scandalo, rompe gli schemi della comunità. Anche il marito, che la ama molto e la conosce, rimane spiazzato da questa scelta e la sua reazione è discutibile. L’unico che la capisce è Antonio, il cognato, con cui da subito  crea un legame molto forte, un amore irrealizzabile. Condividono la grande passione della lettura dei romanzi classici, lui  la appoggia nei suoi progetti ed è sempre dalla sua parte suscitando la gelosia di Agata, la moglie.

Anna è un bel personaggio positivo e luminoso, mentre le altre donne, che   sembrano aride e meschine sono soprattutto infelici e arrabbiate, vittime di pregiudizi e di una società patriarcale molto radicata. Sembra che nel romanzo viva meglio solo chi riesce a rompere gli schemi, chi studia e chi si evolve.

Il grande protagonista è anche l’amore in tutte le sue forme:  l’amore coniugale, l’amore fraterno, l’amore spezzato, l’amore filiale, l’amore malato, l’amore impossibile.

Il finale si è rivelato inaspettato, ma non poteva essere altrimenti.

E’ un bel romanzo “visivo”,  si presterebbe benissimo a una trasposizione cinematografica, a patto che si riuscisse a tradurre in immagini la sobrietà, l’eleganza e la  fluidità che contraddistinguono la scrittura di Francesca Giannone.

La trama

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