Il Giardiniere di Wimbledon è un romanzo carino, una lettura scorrevole che si completa in un paio di giorni. Ambientato durante la Seconda guerra mondiale, racconta la storia d’amore tra il protagonista — il giardiniere di Wimbledon, appunto — e una giovane ragazza di ceto sociale molto diverso dal suo.
La loro amicizia, nata nella preadolescenza, supera inizialmente le barriere sociali: da bambini certe differenze sembrano non esistere. Il protagonista, però, comprende fin da subito che, per continuare a frequentare Rose, deve imparare a muoversi in un mondo che non gli appartiene: dal giocare a tennis, al tenersi in ordine, fino a comportarsi in modo adeguato in società. Eppure, agli occhi degli altri, rimane sempre e comunque il figlio del giardiniere.
Il romanzo aveva buoni presupposti: una storia d’amore struggente, il dramma della guerra, il tema della disparità sociale. Ho riscontrato poca profondità nella scrittura e nell’evoluzione dei personaggi. Inoltre, ho trovato due refusi piuttosto evidenti, segno di una revisione editoriale poco attenta.
Nel complesso, si tratta di una lettura leggera, che intrattiene per qualche ora ma che, a mio parere, non lascia molto dietro di sé.