Il Bacialè

La mia Valutazione:

8/10

Le mie considerazioni

È un romanzo ambientato negli anni Sessanta del Novecento nella Langa astigiana, nel paese immaginario di Borgoriondo, che potrebbe rappresentare qualsiasi borgo di quel territorio. Il bacialé del titolo è un maresciallo dei carabinieri di origine calabrese, sposato con una ragazza del posto. Al suo arrivo trova una comunità contadina arcaica, povera e semianalfabeta, a rischio di estinzione per la mancanza di giovani donne. Decide così, insieme alla moglie, di organizzare quindici matrimoni con ragazze del suo paese natale, nella Sila calabrese, dove si presenta il problema opposto.

Nonostante l’incomunicabilità iniziale delle coppie, che parlano solo il dialetto piemontese o calabrese e non l’italiano, i matrimoni sembrano funzionare e ben presto il paese si rianima con la nascita di numerosi bambini. L’unica coppia senza figli è quella formata da Pasquale e Caterina e, attorno alla scomparsa di Pasquale, avvenuta dopo la fuga della moglie, l’autore ci introduce ai vari personaggi, ognuno con le proprie peculiarità, mostrando come la vita continui a scorrere con naturalezza nonostante le difficoltà.

Il romanzo è arricchito da aneddoti simpatici, come il sogno di possedere una Fiat 500, simbolo di modernità, che chi può acquista, ma che nessuno sa guidare.  Particolarmente interessante è la storia di Bertina, una ragazza ignorante e analfabeta che, grazie all’incontro con una maestra, scopre l’amore per la lettura. Attraverso i libri, pur senza mai spostarsi fisicamente, le si aprono nuovi orizzonti, dimostrando come la conoscenza possa trasformare la vita.

La trama

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