La storia di Francesco Cirio, nato a Nizza Monferrato e successivamente trasferitosi a Fontanile a causa della povertà della sua numerosa famiglia, è davvero interessante. Da ragazzino geniale e intraprendente, nonostante fosse analfabeta, si dimostrò determinato a lavorare e sicuro di sé. Con il suo carattere riuscì a creare un’industria enorme partendo da zero. Sebbene molti personaggi lo accompagnino nella sua avventura, lui rimane sempre il protagonista assoluto.
Il libro racconta anche il suo grande amore per Eleonora, una giovane della nobiltĂ torinese di metĂ Ottocento, destinata dalla famiglia a sposare, per interesse, l’erede dei conti Durini, l’antagonista del nostro eroe. La lettura è stata avvincente e mi ha fatto riflettere su quanto gesti che diamo per scontati, come aprire una latta di pelati, siano in realtĂ il risultato di un grande lavoro e di straordinaria genialitĂ . Ho scoperto che Cirio fu un grande piemontese, coraggioso e innovatore, uno dei tanti che hanno contribuito a rendere grande l’Italia.
Il racconto è scorrevole e coinvolgente, ma risulta un po’ troppo romanzato per essere la vera storia di un uomo; questa è l’unica critica che mi sento di fare a questo bel romanzo.