da Biblioteca (Vincitore Premio Pulitzer narrativa 2025)
Un romanzo molto interessante, anche se difficile da recensire. La storia ruota attorno a uno scrittore, Thelonious Ellison, detto Monk, nato in una famiglia afroamericana benestante, con genitori, fratelli e nonno medici. Lui scrive libri, romanzi e saggi molto raffinati, simili a quelli che solitamente scrivono i bianchi. Monk , tuttavia, non riesce ad avere successo come scrittore. Le circostanze della vita lo portano a cambiare città, trasferendosi dalla California a Washington, e improvvisamente si trova a dover fare i conti con la mancanza di soldi.
Per cercare di risollevare le sorti, scrive un romanzo volgare, ricco di slang, volgarità e luoghi comuni. Il suo manoscritto, di cui si vergogna enormemente, narra di un nero violento ed emarginato, di una famiglia distrutta, di perdita del lavoro, violenza, polizia, arresto, insomma, tutte le banalità tipiche della narrativa afroamericana più stereotipata. Questo manoscritto viene inviato in modo anonimo dal suo agente a una casa editrice, che offre 600.000 dollari per pubblicarlo. Suo malgrado, avendo necessità di denaro, Ellison decide di far pubblicare il romanzo sotto falso nome e il romanzo ottiene un grande successo. Gli verrà proposta una cifra enorme per i diritti per farne un film.
“Cancellazione” affronta in modo molto raffinato, con uno stile moderno ed elegante, il tema del razzismo. Lo fa in modo diverso dal solito: non si tratta di razzismo violento o evidente, come siamo abituati a leggerne, ma di un razzismo che pervade le pagine del romanzo stesso, un razzismo della mente. Ellison, il protagonista, provoca confusione sia nei bianchi che nei neri, mi ha fatto riflettere su come i pregiudizi invadano le nostre menti. Lui sembra sempre fuori posto. Ci sono parti in cui si ride, altre drammatiche, è un romanzo completo.
L’autore ha una visione molto critica sulla qualità dei libri che vengono pubblicati. Spesso vengano pubblicati romanzi che cercano di piacere a tutti, pieni di stereotipi e con un linguaggio poco curato, a cui ci si deve adeguare per vendere. Ci sono paragrafi interessanti sull’arte, lui fa parlare anche altri artisti (con caratteri grafici diversi) nel romanzo. L’autore spiega ciò che chiama “non arte”, cioè non il prodotto originale dell’artista. Questa tendenza porta alla cancellazione dell’opera d’arte autentica, che invece dovrebbe rappresentare l’espressione sincera dell’autore.
È un concetto che non riesco a spiegare, ma diventa chiaro leggendo il romanzo, che consiglio. Il voto, buono, ma non ottimo, lo assegno perché si tratta di un romanzo che sono contenta di aver letto, ma che so che non rileggerò.