La vita normale

La mia Valutazione:

8/10

Le mie considerazioni

Non è semplice raccontare La vita normale di Yasmina Reza (titolo originale: Récit de certains faits, “Racconto di alcuni fatti”): si tratta infatti di una raccolta di brevi storie, alcune autobiografiche, altre legate ai processi a cui l’autrice ha assistito nei tribunali francesi.

Lo stile di Yasmina Reza è sempre asciutto e caustico, senza mai una parola di troppo. Ciò che rende questo libro diverso dagli altri che ho letto è la forma: non c’è una trama,  ma una serie di racconti slegati tra loro. Episodi di vita vissuta che l’autrice osserva con attenzione, soffermandosi sulle persone, sui dettagli più “feroci” dei protagonisti e sui minimi gesti capaci di definire una situazione o un carattere.

Nei racconti dei processi non esprime giudizi, spesso non ne svela nemmeno l’esito: il suo sguardo si concentra sulle persone, non necessariamente sugli imputati. Emerge così l’aggressività nascosta dietro le apparenze delle cosiddette “persone civili”: un’apparenza, sotto la quale riaffiorano brutalità e violenza insite nell’essere umano.

È un libro che invita a riflettere: ogni storia spinge a chiedersi come ci si comporterebbe in situazioni simili. Le vicende narrate parlano di tragedie familiari, di benessere solo apparente o di miseria evidente, di ignoranza e solitudine.

Mi è piaciuto: forse non rimarrà tra i libri più memorabili della mia vita, ma un’opera di Yasmina Reza offre sempre al tempo stesso svago e spunti di riflessione.

Nonostante i temi trattati siano spesso tragici, è sempre divertente leggere questa autrice: ha una perfidia di fondo ironica e caustica, senza alcuna ipocrisia.

La trama

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