La copertina mostra una bambina imbronciata, probabilmente vuole rappresentare Emma, la figlia di lui. Imbronciata è un eufemismo: nel romanzo la bambina è odiosa, viziata, rappresenta i peggiori stereotipi di una figlia che non accetta la nuova compagna del padre. E la protagonista, che è anche la voce narrante, secondo me risulta a sua volta irritante.
Se inizi una relazione con qualcuno che ha figli, devi essere consapevole che non sarai mai al primo posto. Lei, invece, che di figli per scelta non ne ha voluti, si trova subito in difficoltà perché Emma è intoccabile. La figura del padre è patetica: si barcamena nel rapporto concedendo tutto alla figlia, sbagliando. La protagonista più volte dimostra insofferenza verso di lui, non lo stima come padre, eppure resta con lui.
Solo alla fine si crea un certo equilibrio, ma un tragico colpo di scena e un finale improbabile non riscattano davvero la storia.
Peccato, perché l’argomento è interessante e avrebbe potuto essere un buon romanzo, ma per me è stata una delusione
Troppo irritante nei personaggi e nelle dinamiche, non mi ha coinvolta.